Ne sentiamo parlare ormai da prima delle festività, la manovra pensioni è stata approvata in Parlamento e in attesa del 19 gennaio, quando verrà discussa anche tra il Governo e le parti sociali, si iniziano a delineare le novità apparse in Gazzetta Ufficiale, che interessano una platea di 50mila persone.

Quando e come si andrà in pensione nel 2023

La novità più importante riguarda Quota 103, detta anche “Pensione Anticipata flessibile” che potrà essere utilizzata da lavoratori (dipendenti, pubblici e autonomi) con 62 anni di età anagrafica e 41 anni di contributi versati. La Manovra prevede che l’assegno non sarà cumulabile e avrà un tetto massimo non superiore a 5 volte il minimo, pari a circa 2.600 euro lordi. Poi,  una volta raggiunti i 67 anni, ovvero l’età pensionabile, l’importo ricevuto sarà pieno. Coloro che invece non godranno della pensione anticipata potranno beneficiare del “Bonus Maroni” ricevendo in busta paga tutti i contributi del datore di lavoro. La Misura prevede anche la modifica della percentuale di rivalutazione delle pensioni in base all’inflazione, con un innalzamento delle pensioni minime a 600 euro per gli over 75.

Le modifiche all’Opzione donna

La Legge di bilancio 2023 prevede anche una stretta all’Opzione donna. La nuova misura manterrà i 60 anni di età e i 35 anni di contributi versati, ma con un’età di uscita riducibile di un anno per figlio fino a un massimo di 2 anni (59 se si ha un figlio e 58 se se ne hanno almeno due). Le categorie a cui si rivolge sono solo tre: caregiver, invalide almeno al 74% e licenziate o dipendenti da aziende in crisi. Per caregiver si specifica che l’Opzione viene applicata a chi «al momento della richiesta da almeno sei mesi è coniuge o parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità». La misura è valida anche per «un parente o un affine di secondo grado convivente, qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 60 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti, siano deceduti o mancanti» (fonte: L’Economia).

Rimodulazione coefficienti

Nell’anno in corso, aumenteranno i coefficienti per il calcolo della pensione a causa della riduzione della speranza di vita a seguito dell’aumento della mortalità dovuta alla pandemia. Pertanto chi andrà in pensione nel 2023 godrà di una rendita più alta rispetto a chi è andato in pensione nel 2022. A 67 anni il coefficiente è 5,723 a fronte del 5,575 del biennio 2021-2022, più alto anche del triennio 2016-18 (5,700) (fonte: Il Messaggero).

Pensioni integrative

Alla luce dei continui cambiamenti sul piano pensionistico, oggi aderire a una pensione integrativa, significa conseguire un futuro più sicuro.

GenerAzione Previdente è il piano individuale pensionistico di Generali che permette di proteggere il proprio tenore di vita e disporre di un reddito integrativo al termine dell’attività lavorativa.

Per maggiori informazioni contattaci!