I conti correnti nel 2023 hanno subito l’ennesimo rialzo. Si tratta del settimo rincaro consecutivo che secondo Bankitalia ha visto la spesa annua aumentare di 9 euro e 30 centesimi raggiungendo fino a 104 euro, un aumento del 31% in 5 anni (Codacons).

La causa principale è da attribuire alle spese e, in particolare, ai canoni. Le spese variabili, invece, sono cresciute “sia per effetto della maggiore operatività della clientela sia per l’aumento dei costi delle operazioni”.

100 euro è la cifra annua che si spende ormai per tenere i conti in banche tradizionali, mentre a costare meno, sono i conti online per i quali la spesa è stata meno evidente con un importo raggiunto di 33,7 euro. Infine i conti postali sono passati da una spesa di 58 a 59,6 euro. Secondo Bankitalia “per ciascun conto e per ciascun servizio ad esso associato sono rilevati il numero di operazioni svolte nel corso dell’anno e la spesa corrispondente, permettendo di calcolarne il relativo costo unitario. La stima della spesa viene calcolata sulla base degli effettivi comportamenti dei correntisti osservati nel corso di un anno intero e sulle condizioni concretamente applicate piuttosto che in funzione di ipotetici panieri di servizi fruiti dai consumatori”.

La spesa di gestione secondo, secondo quanto riportato da SkyTg 24 mostra un’ampia variabilità tra i tipi di clientela: è meno elevata per i clienti con un profilo semplificato (giovani, famiglie e pensionati a bassa operatività), e maggiore per i profili di consumo più sofisticati.

La soluzione

Lasciare i risparmi fermi nei depositi bancari oltre a portare a costi di gestione espone all’inflazione che erode il potere di acquisto. Per questo è consigliabile non lasciare inattivi i propri soldi ma pianificare una soluzione di investimento per proteggere e far crescere il proprio patrimonio.

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